Un desiderio divampante – Nicolas Moyson

©Film "Ema"

Per aprire questo terzo numero di Ombilic, vi faccio due raccomandazioni.

La prima è sicuramente di invitarvi a leggere, senza più aspettare, gli interessantissimi lavori che ci propongono Bernard Seynhaeve e Sergio Caretto. I loro testi, rispettivamente intitolati « Bambino (non) desiderato » e « Nella disrupzione : delle tracce dei parlesseri », ci invitano ad abbordare il tema del prossimo congresso Pipol, tanto sotto l’angolo della divisione soggettiva, che della disrupzione di godimento.

La mia seconda raccomandazione, più personale, si iscrive nel filo delle questioni aperte dai due testi. Vi invito a vedere un film : « Ema » (2019), del regista cileno Pablo Larraín con Mariana Di Girólamo e Gabriel García Bernal.

La vicenda comincia al seguito di un abbandono genitoriale. Ema e Gastòn si sono separati da Polo, un bambino di 6 anni che avevano adottato un anno prima. Quest’ultimo è responsabile dell’incendio nel quale la sorella di Ema è stata gravemente ferita al volto.  Ed è in seguito a questo incidente che Paolo è rimandato ai servizi di adozione. Il film racconta come, in seguito a quest’abbandono, Ema ritroverà le tracce di Polo e tenterà di recuperarlo.

L’interesse maggiore del film risiede, secondo me, nel ritratto sbalorditivo che Pablo Larraín traccia di Ema, e particolarmente nell’approccio impeccabile e diretto che adotta per mostrarcela. In questo, la sua messa in scena riproduce lo stile della giovane donna. Ema è diretta. Afferma di « fare ciò che vuole » e in modo deciso. Cosa che non la rende meno misteriosa! Chi è? Che cosa la spinge così urgentemente a volere un bambino? Cos’è che, a contrario, l’ha portata a separarsene? Qual è questo fuoco che la anima così violentemente? Non c’è dunque niente che la fermi? L’andare ad oltranza del suo desiderio è tale che lei fa in pezzi le barriere morali, sociali, estetiche di quelli che coinvolge nella sua ricerca (spettatori compresi), cosa che tuttavia non impedisce loro né di amarla, né di seguirla.  Al contrario!

In questo nuovo numero di Ombilic, come nel film « Ema », potrete scoprire ciò che il « volere un bambino » può comportare di disruptivo e suscitare una divisione. Vi auguro di essere a vostra volta coinvolti. Buone letture!

Bibliografia

« È appena, nel fondo, se una donna sa chi è il suo bambino; il bambino è come la vita, è patente nell’essere umano che è un parassita. »

Lacan J., « Journée des cartels de l’Ecole freudienne de Paris, 10 juin 1970 », Lettre de l’école de la Cause freudienne, n°18, 1970.

 

Traduzione di Francesca Carmignani

Fotografia: ©”Ema” film