« Io non ero lì la notte in cui sono stato concepito. È difficile assistere al giorno che vi precede. Un’immagine manca nell’anima. Dipendiamo da una posizione che ha avuto luogo in maniera necessaria ma che non si rivelerà mai ai nostri occhi. Chiamiamo questa immagine che manca “l’origine” [1] ».
Pascal Quignard con queste parole indica la parte di enigma e di impossibile che le origini comportano per lui, ne farà una magnifica opera La nuit sexuelle. Vi dà prova di una ricerca intensa sulla questione delle origini. Le immagini che ci propone provengono da tutti i tempi, tutti i luoghi, tutti i grandi nomi della storia dell’arte. Egli ci consegna pure, ed è per questo che Pascal Quignard è un ricercatore instancabile, una serie di opere d’arte anonime. Con il suo titolo e il suo discorso, egli non discosta la questione delle origini dal sessuale e dunque dal desiderio, dal malinteso e dal reale in gioco.
Certo, l’immagine manca ma anche il senso e la risposta, come mostra l’installazione realizzata da Christian Boltanski nel 2017. E se, come potrete leggere in questo numero sotto la penna di François Ansermet « la questione dell’origine può essere una fonte infinita di malintesi », è per l’appunto di fronte all’impensabile, all’assenza di risposta possibile che l’artista si mette al lavoro. È così che nasce l’idea originale di Boltanski di installare delle grandi trombe nel nord della Patagonia al fine di captare il suono delle balene che, secondo la mitologia dei nativi americani, conoscevano il mistero delle origini, il principio della storia. Ecco quello che ne dice: « Siccome ho posto molte domande a molte persone, siccome ho riflettuto molto e sperato di comprendere quello che è stato il principio della storia, ho voluto porre queste domande alle balene…Le balene non mi hanno risposto… » [2] ma « un giorno, una tempesta distruggerà questa installazione, resterà forse la storia di un folle che ha tentato di comunicare con le balene [3] ».
Ciò che resterà, dunque, sarà una storia, una trasmissione di impossibile!
Di storia, sarà effettivamente questione in questo numero con il film Private Life, ritratto « di una civiltà ordinata a partire dalla produzione di massa di oggetti-promessa di soddisfazione che mancherebbero, lasciando il parlessere alle prese con il reale della vita, del sesso e della morte », che Neus Carbonell analizza per noi.
Fare opera di creazione a partire da un impensabile non è la via che si traccia nel percorso di un’analisi sapendo che « non si potrà mai rendere conto del punto di reale che costituisce l’origine soggettiva di ciascuno… [4] ».
Traduzione Laura Pacati
Revisione Elena Madera
Fotografia: ©Dominique Sonnet – https://www.dominiquesonnet.be/
Bibliografia
Ansermet F., “ L’envers de la procréation ”, La Cause freudienne, n°65, 2007, p. 34.
[1] Quignard P., La nuit sexuelle, Paris, Flammarion, 2007, p. 11.
[2] Lequeux E, « Christian Boltanski : devenir artiste pour conjurer la folie », BeauxArts Magazine, 4 décembre 2019, disponible sur le site BeauxArts : https://www.beauxarts.com/grand-format/christian-boltanski-devenir-artiste-pour-conjurer-la-folie/
[3] Bordier J, « Christian Boltanski : Il faut attendre et espérer », L’ExpressDix, 28 octobre 2019, disponible sur le site de L’ExpressDix : https://www.lexpress.fr/culture/interview-christian-boltanski_2105094.html
[4] Laurent É., « Protéger l’enfant du délire familial », La Petite Girafe, n° 29, avril 2009, p. 7.