Gli interventi della tecnologia sugli esseri viventi non cessano di produrre in questo tempo contemporaneo « delle distorsioni sempre più numerose e sorprendenti nell’ambito della procreazione, del genere e della filiazione » [1]. Il 3 e 4 luglio 2021, il congresso PIPOL affronterà gli slanci e gli stalli del desiderio di figlio in un contatto diretto con il grande disordine nelle strutture tradizionali dell’esperienza umana a partire « dall’evaporazione del padre », « l’arrivo allo zenit dell’oggetto » e la libera circolazione degli « Uni tutti soli » [2].
Se gli psicanalisti devono raggiungere la guglia del loro tempo [3], dovranno accogliere le nuove modalità di godimento di tutti questi « solitari » [4] che non sono avari di inventiva per accoppiare i loro esseri e i loro corpi in un destino comune. Il bambino può far parte di un programma permettendo di « fare famiglia », donando così una filiazione di circostanza.
Come se fosse possibile una disgiunzione tra sessualità e procreazione, noi assistiamo con il progresso scientifico e le tecniche avanzate di assistenza alla procreazione, a una separazione tra procreazione e gestazione ma anche tra genetica e filiazione. Entriamo nel campo del tutto possibile che occulta qualsiasi contingenza. E tuttavia, « è perché non vediamo che contingenza nella relazione tra i sessi che possiamo dedurre che non c’è alcuna necessità all’opera ». [5]
La scienza permette e promette molteplici dispositivi di godimento in materia di procreazione. Se non possiamo negare il contributo della scienza – la spinta ormai offerta ai numerosi progetti di bambini fin ad ora impossibili – noi possiamo interrogarci sul desiderio di figlio quando si tratta di una sola « volontà ». Al di là del bambino stesso – il bambino sognato, idealizzato o fantasticato – nuove questioni stanno giocando la loro parte, correlate a nuove possibilità e al di là di tutte le norme stabilite finora. Al tempo dei « Disgiunti e Dispersi » [6], il bambino è venuto a incarnare nuove funzioni : dare un nuovo orizzonte per tenere insieme gli esseri – esseri determinati a garantire ciò che oggi comunemente si accetta di chiamare nuove famiglie – dare sostegno a un nuovo progetto di filiazione – quali che siano le coordinate – e infine, sostenere il progetto su una legislazione che è diventata una garanzia dell’esistenza di un assemblaggio.
« Questo crescente ricorso al riconoscimento per legge, laddove manca il riconoscimento simbolico, ci conduce a un mondo di norme [spesso] disgiunto da un operatore desideroso incarnato » [7]. « Volere un bambino » è la versione contemporanea del desiderio di figlio « completamente vestito di una particolare voglia del godere », quella di « godere del bambino » [8].
Se le sorgenti di questo volere sono molteplici, il programma del piacere può essere dei più feroci. Se ogni-Uno sceglie di essere una coppia – o di isolarsi in una copula madre-figlio – può ora impegnarsi nella fabbricazione di un bambino. Se questa epoca è l’era di tutte le possibilità – nonostante un Senato che ha recentemente rallentato per ufficializzarle [9] – una volontà a volte feroce influenza la voglia di recuperare il suo oggetto, anche se si tratta di un bambino.
Questa volontà è separata dal desiderio, desiderio che Lacan ha espresso con queste parole: « il desiderio si delinea al margine dove la domanda è strappata al bisogno » [10]. La clinica psicoanalitica non cessa di testimoniare le frustrazioni sempre crescenti di ogni-Uno quando il progetto non si concretizza – o quando si realizza ma non soddisfa le aspettative.
« Il bambino progettato da queste tecniche è diventato non solo un oggetto del desiderio ma anche quello di una richiesta ammissibile per legge presso le autorità mediche quando il desiderio è ostacolato dalla natura. Questa nuova configurazione toglie un velo su ciò che chiamiamo il desiderio di figlio e sul modo in cui esso si trova destinato da questi progressi scientifici ma anche dagli avanzamenti delle società ». [11]
Volere un bambino si limita « alla rivendicazione di ottenere dal mercato un prodotto disponibile attraverso la scienza » [12], richiesta che sfugge alle coordinate della domanda e del desiderio.
« Se la psicoanalisi non può essere lo strumento del conservatorismo sociale […], non può sottoscrivere tutte le aberrazioni del desiderio » [13]. Inoltre, « il modo in cui si combinano il desiderio, il godimento e l’amore è molto speciale per ciascuno e dipende dal caso [dalla contingenza ! ] e su questo punto, per quanto riguarda il rapporto sessuale nella specie umana, la scienza deve dichiarare forfait… tra uomini e donne il rapporto sessuale non è programmato » [14].
Traduzione: Mirella Riccardi
Riletto: Elena Madera
Fotografia: ©Reddman Frédéric : www.instagram.com/frederic_reddmann/
[1] Ansermet F., Prédire l’enfant, Paris, PUF, 2019, p. 10.
[2] Miller J.-A., « L’orientation lacanienne. L’Un-tout-seul » (2010-2011), enseignement prononcé dans le cadre du département de psychanalyse de l’université de Paris VIII, inédit.
[3] Miller J.-A. « Le réel au XXIème siècle – IXè Congrès de l’AMP », La Cause du désir, n°82, Octobre 2012, p. 90.
[4] Quignard P, Sur l’idée d’une communauté de solitaires, Paris, Seuil, 2015.
[5] Miller J.-A., (3o janvier 2oo8) « L’orientation lacanienne. Nullibiété. Tout le monde est fou » (2007-2008) enseignement prononcé dans le cadre du département de psychanalyse de l’université de Paris VIII, cours du 30 janvier 2008, inédit.
[6] Brousse M.-H. « Un néologisme d’actualité : la parentalité », La Cause freudienne, n°60, 2005, p. 123.
[7] Holvoet D., « Présentation du Congrès PIPOL10 », disponible en ligne https://pipol10.pipolcongres.eu/it/presentazione/
[8] Ibid.
[9] https://www.vie-publique.fr/loi/268659-loi-bioethique-pma
[10] Lacan J., « Subversion du sujet et dialectique du désir dans l’inconscient freudien » [1957] in Écrits, Paris, Seuil, coll. Champ Freudien, 1966, p.814.
[11] Laurent D., « Comment produire des enfants Bio », préface, in Vacher-Vitasse C., Enigmes du corps féminin, Nîmes, Ed. Champ Social, 2018, p. 16-17.
[12] Holvoet D., op. cit.
[13] Laurent D., op. cit.
[14] Miller J.-A., « Histoires de psychanalyse. L’invention du partenaire » Intervention sur France Culture du 16 juin 2005.