« E se il principe azzurro non fosse mai arrivato? Biancaneve avrebbe continuato a dormire nel suo letto di vetro per sempre? O si sarebbe infine svegliata, avrebbe sputato la mela, trovato un lavoro, un’assicurazione sanitaria e fatto un figlio grazie alla banca dello sperma del suo quartiere [1]? »
Un bambino da sola ?[2]di Guillemette Faure [3] è la sorprendente testimonianza-inchiesta di una nubile che avvicinandosi alla quarantina dipinge con realismo il suo percorso di Fecondazione Artificiale da New York a Parigi. Siamo nel 2008.
Revoluzionarie normali ?
All’associazione le Single Mother By Choice [4] (SMC), lei incontra a la sua grande sorpresa delle donne che «sembrano normali», come la loro progenitura. Quelle che si facevano passare all’inizio per «delle femministe, lesbiche, qualunque cosa, ma radicali [5] », avrebbero quasi tutte preferito in realtà diventare madri in un contesto di relazione di coppia e la maggioranza sperava ancora in una relazione amorosa [6], delle « madri single per difetto [7] ». « L’Essere si misura alla mancanza propria alla norma. Ci sono delle norme sociali in mancanza di una norma sessuale [8] ».
Inscritta alla SMC, lei indicava il modo di concezione previsto (adozione, inseminazione, etc. E in fondo casualmente anche una casella relazioni sessuali[9]) e riceveva il suo kit via posta con le coordinate dei membri new-yorkesi, gli articoli, gli indirizzi dei medici, della banca dello sperma e soprattutto « una guida per decidere [10] » sola con il suo questionario di auto-valutazione.
Un irrapresentabile
Sola anche quando si tratta di annunciare alla propria cerchia il modo di concezione. « Se dite di aver avuto ricorso ad un donatore anonimo, anche se non dite la parola “sperma” è a questo che la gente penserà [11] ». « [L]e PMA forzano a pensare la procreazione di cui non si ha abitualmente una rappresentazione [12] ». Lei si sentiva dire: «Ma perchè invece non fai un figlio sulle spalle di qualcuno? » oppure « chiedi a un amico! [13] » Ma come? «E’ come una donazione d’organi, ma puoi tenerti i tuoi organi! [14] ». «E l’adozione ci hai mai pensato ?». In Francia, i single non hanno nessuna possibilità rispetto alle coppie sposate ed all’estero, rari sono i paesi aperti ai genitori single [15].
«Il supermercato a papà » [16]
Quando «il mito del figlio dell’amore ha cominciato a intaccarsi [17] », l’inseminazione con donatore (IAD) diventa il metodo più semplice [18]. Ma in Francia, i CECOS [19] sono riservate alle coppie eterosessuali in età di procreare. I single francesi partono quindi all’estero [20] dove le banche dello sperma sono un mercato floridissimo [21], con le sue truffe di «banche dei bambini Nobel ».
Se le donne delle coppie eterosessuali cercano un donatore che assomigli ai loro mariti, le donne single vogliono « avere la scelta ». Selezionate un donatore e digitate il vostro numero di carta di credito per saperne di più. Più le informazioni sui donatori in archivio crescono, più le altre banche si allineano. Lei aveva scelto Reprolab, « il Leclerc della banca dello sperma [22] » sentendosi colpevole di osare « avere un figlio in saldo [23] ».
Famiglie alla carta ?
Di ritorno a Parigi dopo le inseminazioni fallite a New York, prospetta una FIV (fecondazione in vitro) in Belgio, -sono chiamate i « bébés Thalys -il treno per andare da Parigi a Bruxelles ». Le madri sanno che un giorno dovranno rispondere alle domande dei figli ma « come faranno parlare l’antenato inscatolato?? [24] » indicava già Lacan nel 1957. Ogni bambino costruirà la sua versione mitica della sua nascita, indipendentemente da come è stato concepito qualunque sia stato il modo di concepimento. « Vuoi essere il mio vero-falso papà? [25] » chiedeva un bambino di 6 anni nato da un donatore al nuovo compagno di sua madre.
Certe donne sperano che «l’avviamento» di un bambino attirerà l’uomo con il quale fondare una famiglia. Altre conservano i propri embrioni congelati, per quando incontreranno qualcuno, o conservano in stoccaggio lo sperma dello stesso donatore sperando di creare «una vera fratellanza [26]». Poi ci sono quelle che pensano di doversi «liberare dall’obbligo della riproduzione [27]» per incontrare l’anima gemella, senza doversi domandare se l’uomo incontrato sarebbe un buon padre, fino alla «paura di rimanere incinta paura di rimanere incinta da un fidanzato invece che da un donatore [28]»
Un bambino da sola? Invece di dare certezza, questa questione imperiosa scava piuttosto la differenza che esiste tra domanda e desiderio. In questo arco di solitudine s’inventa una risposta
ogni volta diversa per tentare di rispondere al proprio modo di godere, unico. Se la sessualità, la maternità, la vita amorosa e la procreazione delle volte si disgiungono, in fondo, nessuna di queste donne rifiuta il modello familiare tradizionale. Dieci anni dopo, questo fatto è veramente cambiato?
Traduzione: Ombretta Graciotti
Revisione : Salvina Alba
Fotografia: ©Swoboda Frédéric : Www.proximac.blog
[1] Faure G., Un bébé toute seule ?, Paris, Flammarion, 2008.
[2] Cf. Carrie Bradshaw nella serie Sex and the City.
[3] Giornalista e scrittrice, Guillemette Faure si stabilisce a N.Y nel 1995, corrispondente per la stampa francese : Le Figaro, La Croix, Les Inrockuptibles ou Têtu. Al suo ritorno in Francia nel 2007, lavora per Rue89, gli Inrockuptibles poi per M, le magazine du Monde.
[4] Single Mother By Choice, associazione creata nel 1981 da Jane Mattes, psicoterapeuta à N.Y.
[5] Faure G., Un bébé toute seule ?, op. cit., p. 23.
[6] Ibid., p. 16.
[7] Ibid.
[8] Lacan J., « Le jouir de l’être parlant s’articule » (1973), La Cause du désir, n°101, mars 2019, p. 13.
[9] Faure G., Un bébé toute seule ? op. cit., p. 23.
[10] Ibid., p. 24.
[11] Ibid., p. 111.
[12] Ansermet F., « L’envers de la procréation », La Cause freudienne, n°65, mars 2007, p. 34.
[13] Cf. Faure G., Un bébé toute seule ?, op. cit., p. 109.
[14] Ibid., p. 29.
[15] Ibid., p. 122.
[16] Ibid., p. 43.
[17] Ibid., p. 28.
[18] Ibid., p. 36.
[19] CECOS, centro di studi e di conservazione degli ovuli e dello sperma umano.
[20] Ibid., p. 37.
[21] Ibid., p. 71.
[22] Ibid., p. 47.
[23] Ibid., p. 78.
[24] Lacan J., Il Seminario, libro IV, La relazione d’oggeto (1956-1957), Torino, Einaudi, 1996, p. 410.
[25] Faure G., Un bébé toute seule ?, op. cit., p. 176.
[26] Ibid., p. 59.
[27] Ibid., p. 173.
[28] Ibid., p. 174.