L’8 maggio scorso, si è tenuto all’ACF-Belgio, un pomerigio di studio preparatorio al Congresso Pipol 10, che sta per arrivare. Abbiamo avuto il piacere di accogliere Virginie Leblanc e Carolina Koretzky le quali, ognuna a modo suo e in maniera molto precisa, hanno condiviso con noi un punto della loro riflessione sul tema. Hanno anche commentato delle vignette cliniche presentate dai nostri colleghi, Anne Semaille, Jean-Philippe Cornet e Sacha Wilkin.
Il filo conduttore del pomeriggio, che voi scoprirete in questo numero, ha messo in prospettiva il ruolo del malinteso, questa crepa che permette alla filiazione di avvenire.
E’ quello che ci mostrano i romanzi di Edouard Louis e in particolare la sua ultima opera Combats et métamorphoses d’une femme (Battaglie e metamorfosi di una donna), dove si testimonia che una filiazione puo’ nascere quando interviene una separazione.
«La storia della nostra relazione è iniziata il giorno della nostra separazione. E’ come se noi avessimo invertito il tempo, io e te, come se fosse la separazione che avesse preceduto la relazione, questa che ne abbia posto le fondamenta[1]».
Edouard Louis si è servito del linguaggio per creare uno scarto, una crepa nella quale si è infilato.
«Quando rientravo al paese, le prime volte, volevo mostrarti la mia nuova appartenenza – cioè, il nuovo scarto tra la mia vita e la tua. E’ attraverso il linguaggio che producevo la differenziazione. Imparavo delle nuove parole al liceo e queste parole diventavano dei simboli della mia nuova vita, delle parole senza importanza, bucoliche, fastidiose, soggiacenti. Erano delle parole che non avevo mai ascoltato prima. Le utilizzavo e tu ti innervosivi.[2] »
Queste nuove parole tracciarono un bordo e un’intimità che poco a poco lo estrassero da questo mondo da cui si era sempre sentito escluso e di cui si era vergognato. Disegnando questi contorni, ha potuto re-inscriversi come soggetto.
« Il nostro allontanamento ci aveva riavvicinati. Il nostro ravvicinamento non ha soltanto modificato il suo avvenire, ma ha anche trasformato il nostro passato. Adesso posso far rinascere i frammenti di tenerezza dal caos del passato. [3]»
Il video che Céline Danloy vi propone questa settimana tratta appunto di questo argomento dato che Myriam Leroy, giornalista e scrittrice belga parlera del suo percorso di soggetto nato da una Procreazione Medicale Assistita con un donatore anonimo.
Bibliografia
Zenoni a., «Quando il bambino realizza l’oggetto », Quarto, n°71, 2000.
Traduction: Ombretta Graciotti
Fotografia: ©Nathalie Crame
[1] Louis E., Combats et métamorphoses d’une femme, Paris, Seuil, 2021, p. 67.
[2] Ibid.
[3] Ibid. p. 68