L’avventura di OMBILIC giunge alla conclusione. A qualche giorno dal nostro Congresso tanto atteso, l’équipe di OMBILIC vi riserva per questa settimana due numeri formidabili di insegnamento. Il contributo di Patricia B.-Caroz, che troverete in questo penultimo numero, mette l’accento sul fatto che la psicoanalisi lacaniana restituisce dignità alle madri, distinguendosi dal discorso colpevolizzante che talvolta può cadere su di loro.
Non c’è dubbio sul fatto che ogni madre sia marcata dalla donna che è in lei. Che si tratti di negarlo o rivendicarlo, passandolo sotto silenzio o vivendolo pienamente, questa parte-donna fa capolino in ciascuna. Un testo di J.-A. Miller, riletto in occasione della preparazione di queste giornate, è molto esplicito su questo punto: «La funzione appagante del bambino fa dimenticare che, non per questo egli divide di meno, la madre e la donna nel soggetto femminile che accede alla funzione materna»[i]. Su questa madre in divenire predomina una mancanza di sapere, poiché è nel momento stesso in cui la donna diventa madre che si apre la separazione fra le due. La sua mancanza singolare in quanto parlessere, che l’oggetto mette in gioco in questa nuova avventura, segnerà il modo in cui lei annoderà il suo destino a quello di questo bambino. Quindi, ci sono tante madri quante sono le donne. Una per una.
Traduzione di Marianna Matteoni
Fotografia: ©Pascale Simonet – https://www.pascale-simonet.be/
Bibliografia
Ansermet F., “ I bambini della scienza “ Intervento per il Forum di Bologna 2013 I bambini oggetto della scienza, Attualità Lacaniana, Roma, Alpes Italia, n°16, 2013, pp. 141.
[i] J.-A. Miller, L’enfant et l’objet, «La petite girafe» 18, p.7.